RISTORANTE Polpo Mario
IL NOSTRO PESCE,
LA NOSTRA storia
Polpo Mario non è solo un ristorante nel cuore di Sestri Levante. Polpo Mario è la storia del legame fra uomo, natura e cibo. Un legame che si crea ogni giorno, partendo dal nostro peschereccio e arrivando direttamente sulla tavola, grazie alle sapienti mani degli chef Daniele Guidi e Daniele Guidi.
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IL NOSTRO PESCHERECCIO
PESCHIAMO IL PESCE CHE CUCINIAMO
Quando nell’estate del 1983 decisi, con l’amico Franco, di comprare un peschereccio, capii di essere sulla strada giusta: il pesce sempre fresco era sempre a mia disposizione in quantità e soprattutto della qualità desiderata.
Una avventura vissuta con grande entusiasmo: il moto-pesca “Polpo Mario”! Mi inebriavo nel vederlo salpare ogni mattina (quasi sempre in concomitanza con la mia uscita dalla discoteca Piscina dei Castelli) per strascicare da Riva alle 5 Terre, mi divertiva chiamare, via radio, i miei pescatori,e sentire da loro “in diretta” che tipo di pesci erano già pescati, selezionati; poi l’arrivo in banchina al pomeriggio, sempre alla stessa ora.
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il ristorante
Polpo Mario Sestri Levante
i nostri piatti
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il nostro pesce
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la nostra atmosfera
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le nostre specialità
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le nostre baie
Sestri Levante è un borgo di pescatori nato e sviluppatosi su un lembo di terra sabbiosa che nei secoli ha collegato l’antica isola alla terraferma.
Questo è il luogo dove il Polpo Mario è nato ed è cresciuto, seguendo le vicende di Ziona e del suo creatore, Rudy Ciuffardi, e diventando un o dei più apprezzati ristoranti di pesce di tutta la Riviera Ligure.
Oggi lo chef Daniele Guidi prepara i suoi piatti con il pesce pescato dal nostro peschereccio direttamente nelle nostre due baie, la Baia del Silenzio e la Baia delle Favole
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i vip del polpo
le celebtrità che ci hanno scelto negli anni
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i libri di rudy
LE PUBBLICAZIONI DEL "GASTROFILOLOGO"
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il fumetto
Thomas is the founder and owner of the barbershop.

mario!
Edward has been in the barber industry for over 10 years.

vissi d'amore e di polpo
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il polpo
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da un bosco in cima al mare
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polpopress
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lA nostra storia
Cesare aveva un gozzo ch’era la meraviglia di tutta Sestri: fianchi snelli e opimi allo stesso tempo, come una bella donna appetitosa; legno di teak per il fasciame, paglioli azzurri.
Lo varò nel mattino struggente. Sestri, si sa com’è delicatamente disegnata: come la Segeste dai fianchi sottili che fu una volta e della quale ancor oggi intuiamo, pietrificato, il drammatico divincolarsi nell’ansia e nell’amore, palpito e disperazione, l’anelito febbrile al mare che è sempre stato suo, condanna e prigione intollerabile ma anche amore e sogno e vocazione.
Oggi il viaggiatore distratto la trova un po’ ingrassata, appesantiti decisamente i lombi alteri, ma generosamente, o per pigra indulgenza, non vi fa troppo caso.
Non parlo, s’intende, dell’orrore delle escrescenze che hanno coperto le terre lontane dal cuore tragico di Segeste, luoghi inconcepibili e atroci, costituiti dal tremendo moltiplicarsi e aggrovigliarsi di frantumi di città volgari e sconosciute, detriti d’umano abominio, uguali a tutti i detriti, simili a tutti gli altri spezzoni di città, che a ognuno rimangono per sempre ferocemente estranee e avverse: quelle atrocità hanno potuto farci del male, certo, come un’infezione; ma non sono mai state Sestri, nessun sestrese le ha mai sentite altro che come estraneità, menzogna e malattia e ha potuto in questo sentimento difendere qualcosa di sé, e della vecchia anima di segeste; eppure anche a lei (ed è questa la colpa e la vergogna che mi pesa nel cuore e mi fa piangere e arrossire anche per chi non piange né pensa di dover arrossire), non il vago tempo neutro ma noi, efferati e degradati nel tempo, noi, figli degenerati, abbiamo inferto i nostri ciechi insulti, l’oltraggio indecente della nostra irrimediabile stupidità.Ma non fu sempre solo oltraggio.