UN POLPO DI NOME MARIO.

Mito, Leggenda e altri Segreti.

Distesa ad abbracciare il Golfo del Tigullio, Sestri Levante lega al suo mare miti e leggende, racconti indiscreti di viltà e virtù che da tempo immemore si tramandano, di orecchio in orecchio, di bocca in bocca, finchè qualcuno si impegna a riempire con essi le pagine di un libro.
E’ quel che è accaduto al polpo più famoso di tutta la Liguria, già protagonista di innumerevoli pubblicazioni, che torna ad accendere la fantasia di chi, affamato d’avventura, tuffa la mente tra le pagine di “Mario! Storia vera tragica e avventurosa del polpo Mario, del pescatore Gnussa e di Cesare Ziona, principe dei fiocinatori e re della famosa baia di Portobello” di Vincenzo Gueglio (nella foto), scrittore e filosofo, edito da F.lli Frilli Editori con il patrocinio del Ristorante Polpo Mario di Sestri Levante.
“Quella di Mario è una delle leggende più vecchie di Sestri Levante” sottolinea l’autore, che lì è nato e vive “e le sue avventure sono un meraviglioso spaccato del passato di mare e pesca di Sestri, romanzato dalla fervida immaginazione dei suoi abitanti”.

Tutto incomincia quando Gnussa, pescatore sestrese, pesca, ma piuttosto incontra, un polpo alquanto strano, piccolo e simpatico, che si muove come un umano e quasi lo saluta, agitando consapevole uno dei suoi tentacoli.
L’ingenuo pescatore restituisce la creatura, battezzata Mario, ai flutti silenziosi della Baia e subito racconta l’incredibile avventura ai suoi curiosi – e un po’ crudeli – compagni d’osteria.
Ma qualcuno trama alle spalle del piccolo polpo, che, catturato dal re della fiocina Cesare Ziona, sfugge dalle sue pentole e si ritrova a fargli da cameriere.
In un crescendo avventuroso e divertente, Gnussa e Cesare si contendono il polpo, finchè un farsesco processo lascia gabbato il più ingenuo dei due.
“Quel che ho voluto fare, in questo libro, è permettere alla leggenda di far conoscere l’anima, le passioni e gli intenti di chi l’ha inventata – spiega Vincenzo Gueglio – svelando un pezzetto di quella Sestri bizzarra e semplice che dà respiro ai suoi golfi, caruggi e ancora vive in chi la abita.
Il libro parla del piacere di stare insieme, di quella voglia innata e burlona di divertirsi, magari sulle disgrazie altrui, propria di chi, vivendo dei pochi frutti di un lavoro faticoso, sa tirare fuori dal proprio essere virtù, pregi e difetti. Ma è anche il mio personale tentativo – continua l’autore – di abbandonarmi alla semplicità del raccontare una storia, lasciando che sia essa stessa interprete del suo significato”.
Ultima di numerose pubblicazioni di Vincenzo Gueglio, “Mario! Storia vera tragica e avventurosa del polpo Mario, del pescatore Gnussa e di Cesare Ziona, principe dei fiocinatori e re della famosa baia di Portobello” si discosta dal carattere filosofico e saggistico delle precedenti opere ma assume, per l’autore stesso, un profondo significato umano e, come l’autore sottolinea, “ha il merito di avermi reso più vicino alle cose, alla semplicità dei gesti e dei pensieri”.
Ma il libro è molto di più: il velo si alza sulla città, sulla luce quasi magica che ne disegna i contorni: una passeggiata tra i caruggi descrive i luoghi attuali di una Sestri ancor oggi quasi incantata, ed introduce al racconto.
E mentre la mente si affaccia al mito, lo sguardo si tuffa nel mare e segue rapito il profilo, mai stanco, della città delle Fiabe. 

Di Nicoletta Battilama.

Presentazione del libro “Mario!”

Appuntamento al ristorante “Polpo Mario”: l’affluire degli ospiti eccellenti configura l’importanza dell’evento; in pochi minuti il locale è stracolmo.
Sono presenti giornalisti, artisti, letterati, politici e autorità. Raramente l’interesse per un romanzo coagula tante personalità.
La comprovata capacità di Vincenzo Gueglio, pure saggista, nel gestire con garbo e tono un racconto, lo porta, infatti, a pieno titolo nella galleria degli affermati narratori.

La presentazione di questo surreale racconto di Gueglio viene fatta da Paolo Murialdi e Fabrizio Dentice D’Accadia. In breve: “Mario!” (Greco & Greco Editori), è la storia di un polpo che, pur mantenendo le sue fattezze, prima diventa amico e collaboratore di uno strabiliato pescatore e poi, sottraendosi abilmente alla pentola cui l’aveva destinato un infallibile fiocinatore, ne diventa l’efficientissimo cameriere…, stop.
La gustosa storia non finisce qui, il seguito è nel libro.

Il volumetto dell’estroso autore è arricchito da una lettera introduttiva di Carlo Bo, non certo incline per costume a sprecare elogi per chi non li merita.
L’autore, con i ringraziamenti ai presenti, termina la parte oratoria.
Poche parole aggiunge Rudy Ciuffardi, che invita tutti a tavola. Egli è commosso: nei personaggi del racconto c’è suo padre.

Affaccendati cuochi sfornano manicaretti prelibati, mentre camerieri servono ogni ben di Dio: tutto è accompagnato da ottimi vini. E’ l’ora di andare.

Saluto gli ultimi ospiti rimasti, tra cui Bruno Lauzi, sempre cordiale e disposto al dialogo e, così, l’apostrofo: 

“Bruno, la leggenda su “Polpo Mario” è stata scritta, ora tu devi comporre una canzone, come sai fare”.
Mi risponde: “Dici bene, chissà!…”
Alla prossima puntata.

Di Alberto Dell’aquila.

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